Pubblicato su "La Freccia" gennaio 2005
Utilizzato quale dolcificante dietetico, l'aspartame, presente in molti prodotti alimentari industriali di largo consumo, si rivela essere una sostanza estremamente dannosa per la nostra salute. Vediamone i motivi.
Allettati quotidianamente dalle invitanti pubblicità, spesso acquistiamo cibi e bevande propinatici dalla grande distribuzione senza chiederci cosa in realtà contengano e se le sostanze delle quali sono composti possano nuocere al nostro prezioso benessere.
L'origine di questa mancata attenzione si fonda, nella maggior parte dei casi, sulla disinformazione alla quale noi consumatori siamo costantemente soggetti. È questo il caso dell'aspartame, diffusissimo dolcificante artificiale ottenuto accidentalmente negli anni '60 da un chimico della ditta G.D. Searle, ditta acquisita vent'anni dopo dalla famigerata Monsanto (maggiore produttrice di OGM).
Questo prodotto di sintesi, tanto decantato dai mass-media quale ottimo sostituto del calorico zucchero nelle diete alimentari, è in realtà, a parere di numerosi medici e ricercatori, una sostanza in grado di scatenare o peggiorare in chi lo assume quotidianamente, gravi malattie quali epilessia, morbo di Alzheimer, tumori al cervello, stanchezza cronica, diabete, difetti della nascita, morbo di Parkinson, problemi mentali.
Prova ne sia il fatto che per ben otto anni la FDA (Food and Drug Administration, organo americano di controllo sulla pericolosità di alimenti e medicinali) ha respinto l'autorizzazione per uso alimentare dell'aspartame, sulla scorta dei significativi risultati ottenuti da prove di laboratorio su cavie animali che risultavano affette, dopo la somministrazione del prodotto, da convulsioni e tumori al cervello.
Nonostante ciò, il dott. Arthur Hull Hayes, nominato nel 1998 commissario della FDA, rilasciò l'autorizzazione all'uso di tale sostanza, in barba anche al parere contrario della Commissione Investigativa appositamente istituita.
Perché l'aspartame è dannoso
Le conseguenze negative derivanti dall'uso alimentare di aspartame appaiono, normalmente dopo un lungo periodo di assunzione e non si manifestano con reazioni immediate. Queste caratteristiche fanno si che la maggior parte degli individui abituati prendere tale sostanza continuino tranquillamente a farlo.
Ma cosa rende l'aspartame tanto pericoloso?
Questo dolcificante è composto da acido aspartico, fenilalanina e metanolo.
L'acido aspartico è un aminoacido il cui eccessivo consumo può causare uno spropositato afflusso di calcio nei neuroni e, quindi, la loro morte. Ciò è ancora più preoccupante per i feti ed i neonati nei quali il cervello è meno protetto dall'azione di tale sostanza. L'estesa vicinanza all'acido aspartico può provocare, inoltre, perdita dell'udito e della memoria e disturbi al sistema ormonale.
La fenilalanina è un altro aminoacido posto nel cervello che, se assunto in modo dissociato rispetto agli altri aminoacidi che normalmente il nostro organismo utilizza, si trasforma in neurotossina, in particolare per le persone che soffrano di fenilchetonuria (ossia impossibilità di metabolizzare la fenilalanina). Una quantità esagerata di tale sostanza nel cervello può diminuire il valore di serotonina in questo organo e condurre a cefalee, depressione, schizofrenia, abbassamento delle difese nei confronti dell'infarto.
Infine il metanolo, di cui tutti conosciamo l'estrema pericolosità per la vicenda del vino al metanolo assurta agli onori della cronaca qualche anno fa, è un derivato dell'aspartame che si trasforma alla temperatura di 30° C (quindi anche all'interno dell'organismo umano) in formaldeide e questa, a sua volta, in acido formico, sostanza fortemente tossica e cancerogena, in grado di provocare danni alla vista, difetti di nascita e di formazione del DNA, disturbi alla memoria, ecc. Il metanolo viene liberato gradatamente nell'intestino ed è quindi ritenuto un veleno ad accumulo.
Va rilevato che anche nei succhi di frutta e nelle bevande alcoliche è presente il metanolo, ma in tali prodotti esso è accompagnato dall'etanolo che costituisce, per l'essere umano, un antidoto naturale nei confronti della nocività del metanolo.
Consumo consapevole
Considerando che l'EPA (l'Agenzia per la protezione ambientale americana) indica come limite massimo di consumo di metanolo la quantità di 7,8 mg al giorno e che in un litro di bevanda dolcificata con aspartame se ne possono trovare 56 mg, ci si rende conto della gravità della questione.
In seguito all'approvazione, nel 1993, da parte dell'FDA dell'aspartame come ingrediente alimentare anche per i cibi che possono essere riscaldati al di sopra dei 30° C, questa sostanza entra a far parte, a pieno diritto, di innumerevoli prodotti compresi farmaci e vitamine.
Nel 1994 il Dipartimento della salute e dei servizi umani (DHHS) ha diffuso negli Stati Uniti una lista nella quale venivano enumerati tutti gli effetti collaterali dovuti all'uso di aspartame: più di sessanta reazioni fisiologiche che vanno dai dolori addominali, attacchi d'ansia, artrite, edema, stato confusionale, depressione, perdita della vista fino, nei casi più gravi, al decesso.
Tutto ciò viene abilmente mascherato con l'indicazione nelle etichette dei prodotti nei quali è presente il dolcificante incriminato, dalla vaga frase “in particolari soggetti può causare reazioni allergiche”.
Il paradosso è che esistono in natura dolcificanti estremamente efficaci del tutto privi di effetti collaterali ed, anzi aventi qualità curative, come la Stevia Rebaudiana, che vengono dalle istituzioni, non solo ignorati, ma addirittura esclusi dal mercato come alimenti.
È logico, dunque, pensare che essendo prodotti reperibili in natura, nessuna grande azienda guadagnerebbe dal loro consumo. Impariamo, quindi a scegliere e a non acquistare quei prodotti sulle cui etichette venga indicata la presenza di aspartame, riappropriamoci del nostro diritto alla salute.
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