Pubblicato su "Stargate Magazine" nel luglio-agosto 2000
Ridurre drasticamente l’inquinamento industriale e l’abuso dei pesticidi, esigere leggi più restrittive, diventare consumatori intelligenti, limitare gli sprechi: queste le soluzioni per salvare l’acqua del pianeta.
L’elemento principale per la perfetta salute fisica, risiede nella qualità dell’acqua e dell’aria. L’acqua rappresenta circa il 70 % del corpo umano e il nostro fabbisogno viene coperto con il consumo quotidiano: è stato calcolato che un uomo, durante la sua vita assume un quantitativo di acqua superiore di circa seicento volte al proprio peso corporeo.
L’acqua, sul nostro pianeta, è in continuo movimento: evapora dal suolo e dai mari e ritorna sulla Terra mediante le precipitazioni atmosferiche, un processo naturale che, oggi, avviene in un ambiente modificato e stravolto dall’azione umana, con conseguenze facilmente ipotizzabili.
L’acqua, pura alla sorgente, gradatamente si contamina, assorbendo dall’atmosfera sostanze inquinanti originate dalle attività industriali, di trasporto e di riscaldamento. Poi, penetrando nel terreno, questo prezioso elemento raccoglie le scorie delle fabbriche e dei prodotti chimici utilizzati nelle colture, nonché gli scarichi tossici fuoriusciti dalle fognature e dalle discariche abusive. A questo punto, prima di arrivare nelle nostre case, per legge vi viene addizionato il cloro, un potente battericida che però rappresenta un’ulteriore sostanza tossica per il nostro organismo.
I PARAMETRI BIOLOGICI DELLA VITA
Uno studio effettuato dall’idrologo prof. Louis-Claude Vincent (socio ad honorem dell’Associazione Internazionale di Medicina Ortomolecolare) sui dati statistici di malattie e mortalità relative al periodo 1962-74, mostra, in maniera evidente, che più l’acqua potabile è pura, più il tasso di mortalità è basso.
L’acqua dovrebbe presentare delle caratteristiche in perfetta sintonia con i tre parametri biologici della vita.
Il primo è il pH, che quantifica il valore di alcalinità o di acidità delle sostanze e che dovrebbe avere un valore compreso tra 6 e 6,8.
Il secondo è rappresentato dall’rH2, che misura il potenziale elettrico di una sostanza: nell’acqua pura, esso non dovrebbe superare il valore di 25-28.
Il terzo è connesso a R, la resistività di un liquido al flusso di una corrente elettrica. Questo dato dovrebbe essere il più alto possibile e comunque non inferiore a 6.000 ohm.
Questi tre importanti parametri, se compresi nei valori indicati, fanno si che i germi patogeni non si riproducano, determinando un’acqua biologicamente pura. Ma ciò non basta per poterla considerare potabile. la maggior parte delle acque minerali in commercio, ad esempio, presenta un livello di Sali minerali sovente insostenibile per l’organismo umano.
Infatti, il nostro organismo non può assorbirli direttamente, ma è in grado di assimilarli solo mediante le piante che li contengono e che ne modificano la struttura chimica: si tratta del cosiddetto “potere rotatorio”. È quindi di fondamentale importanza l’attenzione posta dal consumatore alla corretta lettura dell’etichetta apposta sulle bottiglie di minerale in commercio. Tra i parametri degni di attenzione si segnala il residuo fisso a 180° (minerali inorganici) che deve presentare, in un’acqua ottima, il valore inferiore ai 50 mg/litro.
INFORMARSI PER NON RISCHIARE
Il 61% delle famiglie italiane diffida del prodotto delle condutture comunali e consuma acqua minerale di varie marche per un totale di sette miliardi di litri l’anno, ma l’Unione Nazionale Consumatori denuncia che, nelle bottiglie commercializzate, sono state rintracciate fino a 19 sostanze nocive, fra le quali cadmio, nichel, arsenico e nitrati.
Per la legge italiana, se gli elementi tossici non superano determinate concentrazioni, non è necessario evidenziarne la presenza sull’etichetta, ma analisi hanno dimostrato che, in alcuni casi, la concentrazione di arsenico può raggiungere i 200 microgrammi per litro e quella di nitrati perfino i 45 milligrammi per litro. I nitrati hanno un forte potenziale cancerogeno e la presenza di soli 25 milligrammi per litro impedisce al sangue di portare ossigeno ai tessuti.
Il livello di concentrazione delle sostanze ammesso per legge varia da nazione a nazione e differisce persino tra acqua potabile e acqua in bottiglia. Le concentrazioni ammesse in Italia, grazie ad un decreto legge del 1992, sono tali che l’Unione Europea sta considerando l’eventualità di una procedura di infrazione contro il nostro Paese.
Le bottiglie di plastica nelle quali è contenuta l’acqua minerale costituisco un’ulteriore fonte di pericolo: il cloruro di polivinile (PVC), infatti, emana radon, un elemento che può convertirsi in sostanze cancerogene, soprattutto nel caso in cui l’acqua vi permanga per diversi mesi.
SOLUZIONI A BREVE E LUNGO TERMINE
Come difendersi da questo avvelenamento subdolo e costante?
La tradizionale bollitura dell’acqua, utilissima in caso di inquinamento batterico, non serve a nulla contro i metalli pesanti che inquinano fiumi, mari, falde acquifere i che assumiamo giornalmente attraverso i cibi e le bevande che consumiamo.
Per tutelare subito la nostra salute procuriamoci dunque un valido sistema di filtraggio, ad esempio, dei depuratori ad osmosi inversa (un processo mediante il quale l’acqua, filtrando attraverso membrane semi-permeabili composte da microscopiche maglie, viene depurata da tutte le impurità)
Ma l’unica vera soluzione del problema sarà quella di ridurre drasticamente l’inquinamento industriale che sta distruggendo il nostro pianeta e l’uso ed abuso dei pesticidi in agricoltura; di esigere dai governi mondiali leggi molto più restrittive e controlli decisamente più severi nei confronti delle industrie; di cercare, nel nostro piccolo, di diventare consumatori intelligenti, riducendo gli sprechi (soprattutto dell’acqua stessa!) e dando la nostra preferenza ai cibi biologici ed ai prodotti di basso impatto ambientale, diffondendo e sostenendo in ogni modo una cultura dello sviluppo eco-compatibile.
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