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  • Immagine del redattoreValentina Ivana Chiarappa

I colori che curano: la cromoterapia


Pubblicato su "Lo Stilo" nel settembre 2001


Questa volta, nel nostro abituale appuntamento mensile, parleremo dell’azione dei colori sul nostro equilibrio psico-fisico, ossia sul nostro stato di salute: in una parola, parleremo della terapia nota con il nome di cromoterapia.


Ma, come primo passo, vediamo cosa sono i colori. Nonostante sin dalle epoche più antiche l’uomo abbia avviato studi sul colore e sulla luce, solo nel 1600, il fisico Isaac Newton, che tutti noi conosciamo, riuscì a scomporre i raggi di luce nei loro sette colori fondamentali utilizzando, a tale scopo, un prisma: evento che si riproduce in modo naturale nel fenomeno dell’arcobaleno.


Tutto ciò che esiste intorno a noi è saturo di varie forme di energia, la quale si estende nello spazio sotto forma di radiazioni, come ad esempio le onde elettromagnetiche quali le onde radio, le microonde, i raggi X, ecc. La luce visibile è composta da una minuta parte del vasto spettro della radiazione elettromagnetica. Essa ha una lunghezza d’onda che oscilla tra 0,38 e 0,76 mm., e costituisce il mezzo che ci permette di cogliere con la nostra vista i vari colori. Questi ultimi sono, dunque, una mescolanza di onde elettromagnetiche facenti parte di un certo spettro, emesse o riflesse da tutto ciò che ci circonda, percepite dai nostri occhi, ed elaborate dalla nostra mente per pervenire ad un’immagine illusoria che poniamo in correlazione con l’idea del colore.


Tali considerazioni ci conducono a due importanti effetti sull’uomo derivanti dal colore: l’effetto fisico, in quanto il colore è radiazione elettromagnetica; ogni essere vivente e non, infatti, produce ed è sede di radiazioni elettromagnetiche e, quindi, risente di quelle che giungono dall’esterno, quali, ad esempio, fasci di luce colorata. Abbiamo, poi, l’effetto psichico, dovuto al concetto di colore quale figurazione mentale di una manifestazione fisica. In quest’ultimo caso, l’operare del colore assume connotazioni più soggettive ma non meno forti; ricerche svolte in merito hanno, infatti, evidenziato la maggiore produzione di alcuni neurotrasmettitori in grado di influire a livello psico-fisico sull’essere umano, mediante la sollecitazione del senso della vista ottenuta utilizzando i colori. E’ noto, ad esempio, l’uso della luce quale regolatore della serotonina, l’ormone che presiede all’umore.


Tutto ciò ci porta a comprendere che quando vediamo un colore subiamo, oltre ad una ben determinata gamma di radiazioni elettromagnetiche, anche un certo effetto emotivo del quale ultimo non siamo consapevoli in quanto il colore agisce a livello inconscio. E’, infatti, possibile, osservando quotidianamente i colori dei nostri abiti e di quelli delle persone che ci circondano, correlare tali tinte al nostro stato umorale o al nostro carattere, in quanto la particolare variazione cromatica da noi scelta è quella che ci fa sentire più a nostro agio e nella quale ci identifichiamo maggiormente, non tanto e non solo per una questione di gusti, quanto perché ci sentiamo, in quel momento, in sintonia con la specifica scansione energetica rappresentata dal colore scelto.


In seguito a studi condotti dal ricercatore americano Alexander Lowen, si è scoperto, ad esempio, che i caratteri estroversi prediligono i colori freddi, quali l’azzurro, il blu e il viola, mentre i temperamenti introversi scelgono i colori caldi come il giallo, l’arancione, il rosso, il rosa.


Ma l’uso dei colori a scopo terapeutico, e ce lo testimoniano alcuni antichi manoscritti ritrovati, era già molto diffuso nelle civiltà più arcaiche: in Messico, in India, nel Perù preistorico, in Egitto, dove esistevano addirittura i templi di luce solare, nei quali veniva regolarmente praticata la cromoterapia, in Cina, dove si usava ricoprire le finestre della stanza del malato con stoffe di colore adeguato al male sofferto.


In ognuna di queste antiche culture, ciascun colore possedeva il proprio specifico significato. D’altronde, anche nel linguaggio corrente capita frequentemente di collegare particolari stati emotivi, fisici, materiali, a determinati colori: possiamo affermare, ad esempio, che una persona è rossa d’ira, o bianca come uno straccio, o che è al verde per indicare che non ha soldi, ecc.


La cromoterapia subisce, in tempi più recenti, una fase di riscoperta e di evoluzione, e nel 1877 il dott. S. Pancoast dà alle stampe il primo saggio sulla cromoterapia, seguito dalla pubblicazione di una sperimentazione condotta dal dott. E. D. Bobbit sul diverso effetto dei colori in terapia. Negli stessi anni, ad opera degli studiosi inglesi Downs e Blunt, si cominciarono ad utilizzare i raggi ultravioletti contro il rachitismo e si scoprì l’azione della luce rossa quale vasodilatatore, impiegata, quindi, per una migliore irrorazione sanguigna, e l’azione della luce blu, valida, al contrario, quale vasocostrittore ed il cui irradiamento viene, infatti, oggi, utilizzato dai dentisti come anestetico negli interventi di minore importanza.



Ma in quale modo, tecnicamente, agisce la cromoterapia?

Come abbiamo precedentemente detto, le cellule di tutti gli esseri viventi hanno una forza elettromagnetica; nello stato di salute le frequenze emesse dalle energie vitali sono in perfetto equilibrio fra loro, ma tale equilibrio non risulta mai stabile, in quanto risente dell’influenza energetica degli elementi esterni e del cibo; ciò determina la perdita dell’armonia energetica che, se non ricomposta autonomamente mediante l’elevata connessione del campo di forza elettromagnetica dell’organismo, indica lo stato di malattia.

La terapia con la luce, quindi, utilizzando i colori, impiega, in realtà, le specifiche frequenze ad essi abbinate ed attinenti alle diverse funzioni vitali alterate.


Il colore viene applicato, a scopo terapeutico, attraverso diverse tecniche tra le quali le più adoperate risultano essere:

  • l’irradiazione cromatica totale o cosiddetta terapia di terreno, ossia globale, mediante la quale vengono irradiate contemporaneamente più zone cutanee, utilizzando luci di colore diverso a seconda delle parti trattate;

  • l’irradiazione cromatica su una particolare zona cutanea, nella quale è fondamentale l’esatta definizione della diagnosi e della zona da trattare; il bagno di colore, nel quale una unica luce colorata stimola l’intero organismo; la solarizzazione dell’acqua, processo mediante il quale, acqua biologicamente pura, viene chiusa in un contenitore di vetro perfettamente trasparente ed esposta per circa un’ora ad una fonte luminosa di colore diverso a seconda del disturbo da risolvere; le caratteristiche terapeutiche dell’acqua così trattata durano circa 4 ore, essa può essere utilizzata come bevanda, per impacchi o per gargarismi;

  • la respirazione del colore attuabile mediante la visualizzazione mentale del colore e l’immaginazione dell’aria colorata che, inspirando, entra nell’organismo e lavora sul particolare punto in cui necessita;

  • la cromopuntura per mezzo della quale, al posto dei comuni aghi, si utilizza, negli stessi punti dell’agopuntura, la luce colorata.


Le irradiazioni luminose vengono, di solito, effettuate utilizzando una lampadina colorata con potenza compresa tra i 25 ed i 60 watt. Ogni irradiazione, da eseguire quotidianamente, ha una durata di circa 30 minuti per i colori caldi e di 40 minuti per i colori freddi. L’irradiazione và realizzata di mattina se utilizza colori caldi, e di sera se, di converso, usa quelli freddi. E’ comunque da tener presente la possibilità di effetti collaterali dovuti alle metodiche in oggetto, quali, ad esempio, in caso di irradiazioni sugli occhi, probabili reazioni emotive derivanti dal riemergere nel paziente di situazioni passate e di ricordi cancellati a livello cosciente.


Passiamo, ora, agli effetti terapeutici dei sette colori fondamentali.

Il Rosso è il colore del movimento, è, quindi, indicato in tutti i casi di difficoltà motoria. Le sue oscillazioni hanno anche effetto riscaldante, è, dunque, utilizzabile nella cura delle malattie del sangue e per fornire energia. Con esso si possono, così, trattare depressioni, ipotensione, cistite, problemi di digestione, anemia.


L’Arancione ha un effetto stimolante ed è associato alla milza. Esso viene utilizzato per la circolazione sanguigna, la stitichezza, le allergie, l’insufficienza renale e per il sistema ghiandolare.


Il Giallo è associato al sistema nervoso centrale e svolge un benefico effetto sugli organi della nutrizione, dunque, è impiegato per problemi digestivi, allergie alimentari, disturbi epatici, depressione.


Il Verde agisce sul sistema nervoso esplicando un effetto calmante e fornendo, allo stesso tempo, energia positiva. Esso viene utilizzato per dolori cardiaci, ipertensione, pessimismo, stanchezza, tensione, insonnia, nervosismo.


Il Blu, anch’esso tranquillizzante e calmante, è un notevole rinfrescante ed antidolorifico. Viene utilizzato nelle infiammazioni, malattie febbrili, mal di gola, infezioni cutanee, ulcere, gastriti, emorroidi, ipertensione, esaurimento.


Il Violetto agisce a livello mentale e spirituale, è impiegato, quindi, nelle depressioni e nelle emicranie.



Medicina dolce

ESERCIZIO PER LA CONCENTRAZIONE

Sedere su una sedia o uno sgabello, tenere la schiena ben dritta ed in linea con il capo, e le mani sulle ginocchia, chiudere gli occhi ed immaginare che tutto lo spazio circostante sia saturo di un oceano luminoso (mai scuro) del colore indicato per il particolare stato psico-fisico personale.


Immaginare di trovarsi in un fluido colorato e limpido e di aspirarlo attraverso le narici, quando si inala, e di lasciarlo uscire, quando si esala. Se si ha difficoltà ad immaginare fortemente colori vividi, si possono utilizzare vetrini colorati della tinta necessaria da porre davanti ad una lampadina, ciò aiuterà a memorizzare i colori.


Fare queste visualizzazioni respirando profondamente per una decina di minuti.

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