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  • Immagine del redattoreValentina Ivana Chiarappa

Ortica: da urticante a medicamentosa


Pubblicato su "Lo Stilo" aprile 2001


Chi non conosce questa umile e selvatica pianta rintracciabile un po’ ovunque: intorno alle abitazione o nei boschi?


Non è, infatti, infrequente, passeggiando nei viottoli di campagna, urtarvi contro, e, conseguentemente, riscontrare la presenza di bolle pruriginose sulla pelle, dovute all’acido formico contenuto nei peli urticanti che rivestono tale erba, e che sono i responsabili del nome ad essa assegnato, derivante dal latino urere (bruciare).


Tale evidenza è la causa delle comuni citazioni che connotano negativamente questa popolare pianta, la quale viene, a torto, considerata fastidiosa per l’uomo a dispetto dei suoi numerosi ed antichi usi curativi ed alimentari.


L’ortica è una pianta perenne ed infestante diffusa in tutta Italia presso i ruderi, lungo i viottoli, accanto alle case di campagna, ed appartenente alla famiglia delle Urticacee. I suoi impieghi curativi più popolari riguardano soprattutto il trattamento dei reumatismi, la depurazione del sangue nei cambi stagionali e nelle manifestazioni cutanee, le dermatosi dovute a sregolatezza alimentare ed ad insufficiente eliminazione delle tossine.


Per ciò che concerne la cura dell’artrite reumatoide, la nota rivista Febs Letters ha pubblicato una ricerca dalla quale è possibile desumere la forte capacità antinfiammatoria dei medicamenti a base di estratti di ortica. Infatti, l’acido formico contenuto nella pianta, e da sempre utilizzato dalla medicina ufficiale come antireumatico e per curare articolazioni doloranti, svolge un’azione depurativa sul sangue contribuendo all’espulsione delle scorie residue quali gli urati, gli ossalati e la colesterina, le quali, ammassandosi, possono causare, appunto, calcoli, artriti e gotta.


In merito a ciò è stata effettuata una sperimentazione presso l’Università di Plymouth in Inghilterra, in base alla quale 27 persone affette da osteoartrite sono state trattate localmente e quotidianamente, con foglie di ortica per 12 settimane. I risultati di tale studio hanno evidenziato, già dopo la prima settimana di cura, un miglioramento sia del dolore che della funzionalità dell’arto interessato.



Inoltre, il notevole contenuto di minerali nell’ortica, quali il ferro ed il silicio, di vitamine, di flavonoidi e carotenoidi, fà, di tale erba, un eccezionale demineralizzante particolarmente efficace nei casi di anemie, di caduta dei capelli, di fragilità delle unghie, di scarsa produzione lattea.


L’utilizzo del suo decotto contro l’anemia è dovuto alla sua azione di potenziamento dell’emoglobina e dei globuli rossi presenti nel sangue, conseguente al forte contenuto di ferro e di clorofilla, responsabile, quest’ultima, del caratteristico colore verde delle foglie ed avente una struttura chimica molto affine a quella dell’emoglobina.


L’ortica possiede, inoltre, una sostanza: la secretina, che Dobreff ha scoperto e così chiamata, la quale svolge un efficace effetto stimolante della secrezione gastrica, pancreatica, enterica e biliare, e che si rivela, quindi, in grado di regolarizzare le funzioni intestinali combattendo sia la diarrea che la stitichezza, e dando vigore sia all’intestino che allo stomaco.


Il succo fresco di ortica è anche un valido rimedio contro le epistassi, le emorragie, i vomiti di sangue, i flussi mestruali troppo abbondanti, per via della sua nota azione emostatica, per la quale lo studioso Chomd ha definito tale pianta il mezzo più sicuro in tutti i casi di emorragie.

Le foglie e le radici dell’ortica, frantumate in decotto, svolgono una notevole efficacia negli sciacqui contro il mughetto, le afte e le irritazioni della bocca.


Per ciò che concerne l’operazione di raccolta, si adopera tutta la pianta, anche la radice; la parte aerea si raccoglie tutto l’anno fino all’autunno, si essicca all’ombra e si conserva in sacchetti, la radice si raccoglie a fine estate, si essicca al sole e si conserva anch’essa in sacchetti o scatole.


L’impiego alimentare dell’ortica ha origini molto antiche, a tale scopo si utilizzano le giovani e tenere sommità per la preparazione di minestre, ripieni e passati. Come alimento l’ortica viene equiparata agli spinaci, anche se meno nota ed usata rispetto a questi ultimi. Una volta cotta, l’ortica non presenta più la sua tipica caratteristica urticante ed, anzi, si trasforma in velluto morbidissimo per lo stomaco.

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