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  • Immagine del redattoreValentina Ivana Chiarappa

Valentina Chiarappa intervista Gregg Braden - Prima

GREGG BRADEN ED IL TEMPO FRATTALE


Pubblicata nel Marzo 2011


Il noto scienziato e ricercatore risponde alle nostre domande e ci rivela, con un linguaggio tra il matematico e lo spirituale, l’importanza dello studio dei cicli temporali frattalici per comprendere ed affrontare le sfide del prossimo futuro.

Ci siamo recati al centro Fieristico di Brescia per incontrare un personaggio davvero speciale, Gregg Braden, autore di diversi bestseller di grande successo internazionale, eccezionale conferenziere il cui impegno è da sempre finalizzato al raggiungimento dell’avvicinamento tra scienza e spiritualità.


A Brescia, in occasione del seminario che Gregg ha tenuto il 19 ed il 20 marzo scorso, gli abbiamo rivolto alcune domande che ci aiutino a comprendere il particolare e delicato momento che l’umanità sta passando nei tempi attuali.


Vuole introdurre l’argomento di cui tratterà nel seminario?

Il seminario riguarda il tempo frattale e quindi i cicli temporali che convergono in questo nostro momento storico ed epocale. E questi mutamenti, questi cambiamenti, questi cicli, hanno a che fare con fasi economiche, cicli di guerra e di pace, cicli di cambiamenti che riguardano anche la crosta terrestre, legati, ad esempio, ai terremoti, agli tsunami, e a quant’altro.

Questo seminario di oggi e domani è concentrato su argomenti che verranno trattati in un nuovo libro che verrà pubblicato nell’autunno di quest’anno. Il titolo di questo libro sarà “Deep Truth” cioè verità profonde; il sottotitolo è “accendere la memoria della nostra storia, della nostra tradizione, della nostra civiltà e della nostra memoria storica”. Ebbene l’argomento di oggi e di domani sarà questo: noi attualmente siamo chiamati a prendere decisioni importanti dal punto di vista storico ed epocale. Oggi abbiamo a disposizione la scienza che ci permette di compiere queste scelte; però nonostante i risultati di tutta questa ricerca e di tutta questa scienza, non le è permesso di entrare nelle aule delle scuole e di essere trattata dai media, ecc. quindi la domanda è questa: come possiamo compiere queste scelte se non sappiamo chi siamo.

Quanto è antica la civiltà e quando ha avuto origine la storia umana su questo pianeta? Una delle chiavi di lettura di tutto questo è la considerazione che la nostra storia e la storia della scienza sono improntate alla competitività e alla competizione. Infatti, Charles Darwin nella teoria dell’evoluzione della specie basata sulla sopravvivenza dei più forti, tratta appunto l’argomento della sopravvivenza legata alla competitività ed alla concorrenza. La nuova scienza invece dimostra che tale modello è falso, è superato ed è questa una delle nuove scoperte della disciplina scientifica.

La scienza ci dice oggi che la civiltà risale a 5000 anni fa, questo ci viene insegnato attraverso i libri di testo utilizzati a scuola, ovvero ciò che studiano i nostri ragazzi. E invece le nuove scoperte dimostrano che c’erano civiltà progredite, avanzate anche all’epoca della glaciazione. Tali scoperte sono importanti perché ci permettono di cambiare il nostro modo di pensare, il nostro modo di collaborare, cooperare, e la maniera di risolvere i problemi che abbiamo dinanzi, e proprio perché la Terra si deve confrontare con problemi seri, importanti, per noi è importantissimo conoscere i fatti.


A suo parere, sarebbe stato possibile prevedere per mezzo del tempo ciclico o frattale, le condizioni che hanno condotto poche settimane fa al terribile terremoto ed alla spaventosa tsunami in Giappone che hanno provocato il gravissimo disastro umano, ambientale ed economico a cui stiamo assistendo, oppure è possibile ipotizzare l’intervento di un programma tecnologico di mutamento climatico e geologico?

Posso rispondere a questa domanda in due modi: la prima parte dovrebbe essere se esiste la tecnologia per portare a cambiamenti nell’assetto climatico del nostro planisfero; la risposta a questa domanda è sì. Se questa tecnologia è responsabile dei mutamenti e cambiamenti che vediamo in atto adesso, ebbene la risposta a questa domanda è no. E lo affermo per questa ragione: per cinquemila anni i nostri antenati ci hanno detto che noi viviamo un’esistenza ciclica, e questi cicli rappresentano la collocazione della Terra nello spazio, collocazione legata all’inclinazione, all’oscillazione ed alla posizione dell’asse terrestre. Quando questi aspetti dell’asse terrestre del nostro pianeta e la posizione di quest’ultimo subiscono mutamenti, questi hanno un impatto sulle nostre condizioni sulla Terra. E lo vedremo tra oggi e domani quando esamineremo 500.000 anni di carotaggi terrestri, ovvero le profondità delle aree di ghiaccio che esistono sul pianeta analizzate dagli scienziati. I nostri antenati però ci hanno detto che insieme a questi cambiamenti che subirà la Terra, anche noi come esseri umani saremo impattati da tali mutamenti. E la buona notizia è questa: quando avvengono questi cambiamenti l’umanità ha l’opzione di scegliere che cosa è sostenibile e cosa non lo è, cosa funziona e cosa non funziona. Quindi che si tratti di reagire a situazioni economiche o alle crisi in generale, abbiamo l’opportunità di scoprire che non esiste un “noi” da una parte e un “loro” dall’altra.

Dunque, se c’è qualcuno che tenta di usare la tecnologia in maniera negativa, siamo tutti collegati in questo campo e diventa nostro compito e responsabilità immettere in esso la nostra energia di cooperazione, di assistenza reciproca nel dare la risposta. Pertanto, ciò che noi oggi riscontriamo sono i cambiamenti che erano previsti per questa finestra temporale ed essa diventa un’opportunità per cambiare le nostre risposte o le risposte che abbiamo fornito nel passato. Siamo tutti collegati attraverso lo stesso campo magnetico e a causa della presenza di tale campo, i vari leader delle diverse nazioni oppure coloro che sono a capo e responsabili del progetto HAARP o di qualunque altra tecnologia, come armi nucleari, risponderanno attraverso il campo che noi offriremo. Quindi, se noi vivremo le nostre esistenze nella paura, nell’odio, nella rabbia, questi saranno i campi energetici attraverso i quali queste persone agiranno e risponderanno. Credo che il Giappone sia un esempio ideale per parlare di cooperazione e che rappresenti una dimostrazione di microcosmo rispetto al macrocosmo mondiale, in quanto ciascuno di noi nella sua vita personale deve sapere come chiedere e ricevere l’aiuto, in qualità di singoli individui. Ed allo stesso modo funzionano le collettività che chiamiamo nazioni: ci sono sempre più paesi che oggi si rendono conto ed apprezzano quanto sia opportuno chiedere aiuto.


Innanzitutto la ringrazio per il suo lavoro di anni che ci aiuta ad illuminarci e per la sua disponibilità a rispondere alle nostre domande su questo momento particolare che stiamo vivendo come umanità. Volevamo sapere quanto, a suo parere, la personale percezione del tempo, ovvero quello che viene indicato come “tempo psicologico” legato alle emozioni limitanti del passato come rancori, sensi di colpa, ed all’aspettativa per il futuro, influisce, impedendoci di vivere il “qui ed ora”, sull’effettivo andamento degli eventi.

È una domanda interessante e profonda. Le attuali teorie del tempo ci dicono che il nostro modo di vedere il mondo come lo percepiamo, determina poi la sua realtà. Ed è qui che diventa molto importante la nostra capacità di comprendere il passato e diviene altresì rilevante il contesto del presente. Quindi, quando oggi le persone esaminano il mondo senza contesto, esso fa paura in quanto parrebbe che le cose o gli eventi si manifestino senza una ragione; se invece comprendiamo il nostro rapporto e legame col passato, ci rendiamo conto che viviamo un’esistenza ciclica, quindi una fase del ciclo. Alla luce di ciò, gli eventi che stanno succedendo oggi, rappresentano avvenimenti già accaduti e sempre verificatisi in questo momento del ciclo. In tal modo, anziché vedere il mondo come una realtà spaccata, guasta, osserviamo, invece, le sfere di opportunità. Un metodo per far questo consiste nell’osservare, nell’esaminare gli eventi trascorsi senza giudicare le scelte che abbiamo compiuto nel passato, astenendoci, quindi, dall’affermare che abbiamo fatto bene o che abbiamo sbagliato. Se, invece, riusciamo a vederci come lungo una curva di apprendimento, ci rendiamo conto che abbiamo compiuto la scelta migliore nel passato con quelle che erano le nostre conoscenze di quel momento e che adesso abbiamo l’opportunità di prendere una nuova decisione, una nuova scelta considerando che le cose che hanno funzionato nel passato possiamo continuare a farle, quelle che non hanno funzionato non le facciamo più. Quindi, tutto ha a che fare con come noi ci vediamo e ci pensiamo relativamente al passato, falliamo soltanto quando giudichiamo il momento sulla scorta dei nostri giudizi e scelte del passato; se invece osserviamo l’attuale periodo come una finestra di opportunità, ci liberiamo dei legami, dei legacci di quelle scelte del passato.


Lei pensa che i profondi cambiamenti che stanno coinvolgendo i governi dei paesi del Nord Africa siano causati da dinamiche geo-politiche tendenti all’unificazione o siano piuttosto correlati ad un processo evolutivo di consapevolezza collettiva?

Vi sono molte forze in atto simultaneamente. Ed anche i governi agiscono all’unisono, i governi all’interno di governi, all’interno di governi, ecc. quindi la domanda è che ruolo hanno queste cose? La griglia siamo noi e la griglia ci influenza soltanto nella misura in cui noi concediamo ad essa di influenzarci. I mass-media distribuiscono le informazioni presentando soltanto un punto di vista, ma ci sono altri punti di vista. Però, alla fine della fiera, tutti noi agiamo insieme e tutti noi abbiamo un’esperienza. Il mondo cambia, noi non possiamo impedire che questo avvenga ed i governi mutano e noi non possiamo ostacolarlo. Credo, comunque, che vi sia un movimento che ci porta verso una governance mondiale, e noi non possiamo arrestarlo, ma possiamo avere la possibilità di contribuire ad imprimere la direzione a questa tendenza e ciò va considerato come qualcosa di positivo. Se esiste questa tendenza ad unificare le impostazioni dei governi, se ciò significa unificare anche le risorse, quindi condividere la tecnologia, i mezzi alimentari, questo può avere risultanze positive. Se invece tale convergere ed unirsi a livello mondiale, globale viene realizzato sulla scorta della paura e dell’ingordigia, per esempio da parte delle aziende e delle multinazionali, allora ciò può avere degli aspetti negativi. Comprendere il quadro generale ci aiuta a fare le scelte consapevoli.


È possibile, secondo lei, modificare tramite l’uso della mente consapevole gli eventi futuri considerati nella concezione del tempo ciclico o frattale che lei descrive nel suo ultimo libro “Il Codice del tempo”?

Ogni libro che io ho scritto, in effetti, è uno strumento per aiutarci a comprendere come noi possiamo prendere in mano la nostra singola iniziativa, quindi diventare un po’ “enpowered” . E questo accade proporzionalmente a quanto riusciamo a vedere sotto una nuova luce la nostra relazione con noi stessi, con gli altri, con il nostro ambiente e con la Terra. Il mio messaggio, nel tempo attuale, è quello di prendere ciò che abbiamo e che conosciamo della nostra civiltà, ciò che conosciamo come esseri umani, ciò che sappiamo dell’esistenza, della vita della Terra, del nostro pianeta oggi, di prendere tutta questa saggezza e di metterla a frutto adesso, in questo momento. Per trecento anni la scienza ci ha detto che noi siamo vittime senza potere in questo mondo di cambiamenti e molti ci hanno creduto e ci credono tutt’ora; conseguenza di ciò è che quando vediamo le crisi nel mondo, ci sentiamo senza il potere di agire o di reagire. Invece, la nuova scienza ci rivela che noi siamo architetti e possediamo questo potere, ovvero la capacità di dirigere il cambiamento a nostro favore. Tali informazioni non si trovano nei testi, nei libri di scuola e la loro diffusione costituisce proprio l’obiettivo di questo seminario. Dunque, è questo il momento storico per vivere ed agire secondo quello che è il messaggio del nostro cuore.


Lei scrive nel suo libro, in relazione al ripetersi di condizioni che possono condurre ad eventi simili, “gli schemi individuati rispetto a un periodo storico tendono a ripetersi con maggiore intensità nelle date successive”. È possibile, alla luce delle sue ricerche, realizzare un parallelo tra il concetto di frattale applicato al tempo e la nozione di campo morfico elaborata dallo scienziato Rupert Sheldrake, considerando che i campi morfici sono campi informazionali di memoria collettiva al quale attinge, tramite la risonanza morfica, ogni individuo di ogni specie per contribuire allo sviluppo della specie stessa verso stati di complessità maggiore e, quindi, in scala frattale?

In effetti quelle condizioni si ripetono più frequentemente man mano che ci si avvicina al completamento del ciclo.

Si tratta di due argomenti separati ma connessi: gli schemi frattalici mostrano come si ripetono i cicli, invece, i campi di Rupert Sheldrake ci spiegano quello che avviene nell’ambito dei cicli. Quindi il campo è la zuppa quantica di tutte le possibilità ed i cicli vengono illustrati come ritmi naturali, che poi portano alle manifestazioni nell’ambito della nostra vita. Dunque, il Tutto è olografico, ciò avviene a livello microscopico come a livello macroscopico.

Grazie per il suo lavoro e per la sua domanda.


Grazie a lei, Gregg, per il suo impegno e per il tempo che ci ha dedicato.



Esperto di progettazione di sistemi informatici, geologo informatico per la Phillips Petroleum e direttore delle operazioni tecniche della Cisco System, Braden svolge da più di vent’anni ricerche in antichi templi tibetani e lontani monasteri al fine di scoprire e studiare testi arcaici ormai dimenticati, dai quali trarre alcune essenziali verità ed i segreti immortali serbati dalle antiche civiltà.

Già autore del Codice della vita, nel quale viene rilevata l’esistenza di un primitivo messaggio codificato nel DNA di ogni forma vivente, di La scienza perduta della preghiera, in cui l’autore approfondisce l’importanza della preghiera come mezzo attraverso il quale avere contatto diretto con la forza quantistica che collega tutte le cose, di Risvegliarsi al punto zero, di Camminare fra i mondi, del discusso L’effetto Isaia, e dei più recenti La Guarigione spontanea delle credenze e La Matrix divina, Braden dà vita con il suo costante impegno nella ricerca, alla nostra parte più interiore riuscendo a fornire risposte e strumenti utili per far sì che la consapevolezza collettiva possa essere incrementata migliorando l’umanità e il pianeta su cui essa vive.

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