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Immagine del redattoreValentina Ivana Chiarappa

Valentina Chiarappa intervista Luigi Centra

L'arte la dimensione spirituale

Pubblicato su Lux Terrae n.9 marzo aprile 2012


Il poliedrico artista italiano, noto su scala internazionale, risponde alle nostre domande spiegandoci il legame esistente tra l’arte e la dimensione spirituale.

Nel nostro ormai abituale appuntamento con personaggi davvero speciali, questa volta abbiamo incontrato uno straordinario artista italiano, Luigi Centra, pittore astrattista ed esponente della Pop-Art americana, conosciuto in tutto il mondo per il suo incredibile ed eclettico genio.


Il maestro Centra ha al suo attivo, nella sua lunga carriera iniziata già in tenera età, numerosissimi eventi artistici e culturali nazionali ed internazionali di notevole levatura ed ha ricevuto svariati prestigiosi premi. L’artista, da sempre impegnato in attività sociali ed in progetti umanitari diretti in particolare nei confronti di bambini bisognosi, è stato addirittura candidato per il premio Nobel per la Pace 2010dal Nobel Forum della Karolinska Institutet a Stoccolma in Svezia, dall’Amministrazione presieduta da Iornwall e Ann Margret Agneta con la motivazione “per aver lavorato molto con la sua arte italiana nel mondo a favore dei bambini”.


L’impegno grazie al quale Centra ha ottenuto tale autorevole nomination è stato, in particolare, quello profuso nel 2006 a Kiev in Ucraina dove, ospite per diversi di seminari tenuti all’Università Tars Scewschenko, predispose una mostra il cui intero ricavato fu devoluto all'Ospedale Oncologico per i bambini malati. Ultimamente è stato inviato a Roma dall’ONU con il Ministro del Marocco per partecipare ad un summit internazionale per la pace nel mondo.


Ma, oltre al suo lavoro nel settore delle arti figurative, che gli è valso persino un museo ("Museo Centra", presso la Biblioteca di Monte San Giovanni Campano)ed una fondazione (A.I.A.N.S. Fondazione Luigi Centra Onlus internazionale) istituiti a suo nome, Centra svolge un’infaticabile attività di scrittore avendo pubblicato più di sessanta testi in prosa ed in poesia che spaziano da tematiche attinenti a meticolose ricerche storiche del territorio di appartenenza, il Lazio, ed a storie romanzate rievocative di profondi sentimenti, ad argomenti connessi alla dimensione spirituale.


Ed è proprio il caso dell’ultima fatica letteraria pubblicata dall’artista lo scorso novembre il cui titolo è “Ed io rinascerò” (Accademia Internazionale Artistica Nord. Sud edizioni), breve testo incentrato sul tema della reincarnazione e basato sui principi della cultura vedica orientale, frutto di un percorso di ricerca spirituale intrapreso dall’artista diversi decenni fa.


La lettura del libro, di tipo esplicativo ed interrotto spesso da citazioni derivanti dalle scritture originali di Krishna tratte dalla “Bhagavad-gita”, da poesie dello stesso Centra e dalle affermazioni del professore tedesco Karlfried Graf Von Durckeim, ricercatore nel campo psicologico-spirituale, ci conduce a porre alcune specifiche domande al nostro artista.


Maestro Centra, quanto è stata importante nel suo lavoro la ricerca spirituale, quale elemento di ispirazione artistica?

Direi importantissima nella mia professione. Dalla mia personale esperienza ho imparato che è necessario che l’essere umano faccia una profonda ricerca spirituale affinché possa raggiungere alte vette, e ciò in quanto noi siamo dapprima spirito, anima e poi corpo, quest’ultimo inteso come vestiario, un aspetto che muta, appunto, come quando cambiamo i vestiti che indossiamo ma il nostro Sé rimane immutato. La ricerca spirituale di cui parlo lascia l’individuo appagato con se stesso e con gli altri; su questo punto ci sarebbe molto da dire, ma colgo questa occasione per esortare le persone alla ricerca umanitaria spirituale ponendola al primo posto nel corso di questo passaggio terreno.


Lei ritiene che l’arte nelle sue diverse forme possa aiutare le persone ad avere un contatto più intimo con la propria profonda essenza ed a sciogliere eventuali blocchi esistenziali?

Ne sono certo e fortemente convinto. È importante che l’essere umano innanzitutto impari ad amare se stesso, ad approfondire e comprendere la propria essenza spirituale in modo tale che possa amare il prossimo e trarre beneficio da questa profonda consapevolezza anche nell’ambito dell’arte nella molteplicità delle sue forme. Ad esempio, durante l’osservazione di un’esposizione di opere d’arte si ricevono alcune specifiche sensazioni che sono in grado di promuovere lo spirito; questo avviene perché l’attività artistica, di qualunque genere essa sia, rende possibile la trasmissione di valori armonici profondi ed emotivi che vanno al di là dell’interpretazione verbale in quanto comunicano solo tramite la coscienza. Si tratta di una vera e propria terapia benefica per tutti, in modo particolare per i bambini che spesso incontro durante la mia attività umanitaria in giro per il mondo.


Quali elementi di crescita personale ed artistica ha tratto dalla sua esperienza con i maestri Veda di cui parla nel suo ultimo libro?

Questa esperienza è stata per me davvero illuminante, un passo evolutivo di primaria importanza nella mia vita che mi ha reso, direi, più libero e sollevato. Spesso mi ritrovo a pensare a quando ero sepolto nell’ombra, nell’errata convinzione materialista dell’esistenza che possiamo definire “coscienza del corpo”. Avvicinando la realtà vedica ho compreso che nella ricerca filosofico-spirituale il corpo non è il vero oggetto di vita; è necessario, invece, concentrarsi sul principio attivo che fa muovere il corpo, cioè l’anima. Grazie a tali studi ed approfondimenti ho acquisito alcune capacità diverse che prima non avevo ed in questo è stato fondamentale il mio incontro, diversi anni fa, con i maestri veda di cui racconto nel mio ultimo libro sulla reincarnazione e sulla cultura vedica indiana.


Ci può spiegare l’affermazione presente nel suo testo che indica che “il corpo non è altro che una struttura mentale simile ad un sogno”?

Certamente. È facilmente comprensibile che il corpo non è nient’altro che un vestito per coprire l’anima e quando il corpo muore, ormai sciupato e frustato dal tempo, andrà a depositarsi nell’armadio di un sepolcro in una tomba. Dunque, il corpo senz’anima è una nullità, che sia vivo o che sia morto, non è altro che massa inerte. Facciamo un banale esempio: se paragoniamo il corpo ad un computer, possiamo fare un parallelo tra l’elettricità che consente al computer di funzionare e l’anima, così se togliamo la spina elettrica, il computer si arresta, allo stesso modo anche il corpo senza anima manca del principio attivo, della “forza vitale” che gli permette di muoversi e di trasformarsi. Per comprendere il confronto tra il corpo ed il sogno che affermo nel mio libro, pensiamo al fatto che quando sogniamo il nostro corpo è disteso sul letto, ma noi andiamo altrove, agiamo in corpi ed in luoghi differenti dimenticando il corpo disteso sul letto; ciò ci rende consapevoli che la nostra vera identità è distinta dal corpo. Dobbiamo quindi concludere che non siamo nessuno di questi corpi, che il corpo è una struttura mentale simile al sogno e che il Sé differisce da tutte queste strutture mentali.


L’assimilazione e l’accettazione del concetto di reincarnazione, tema centrale del suo ultimo libro, può, secondo lei, aiutare l’umanità ad affrontare il difficile momento storico che sta attraversando?

Penso proprio di sì, ma l’essere umano ne deve avere la netta convinzione. Solo se l’umanità approfondisce questo tema universale molto significativo per la conoscenza, il funzionamento della realtà da noi percepita sarà per tutti molto più chiaro e ci potremmo ritrovare a vedere sotto un’altra ottica tutte le cose che ci circondano. Tutto potrebbe essere più semplificato e l’umanità potrebbe rendersi libera da ogni attuale impedimento ma, ripeto, l’individuo deve saper apprendere e capire la vera importanza umana.


Quale messaggio vuole inviare ai lettori?

Chi ha preso coscienza del suo Sé spirituale conclude che qualunque altro essere vivente ha in sé lo stesso principio attivo che agisce nel suo corpo, solo quest’ultimo è diverso, in tal modo egli può vedere gli esseri viventi in modo equanime. Il mio personale messaggio è l’invito che faccio a tutti di discernere le loro capacità mentali e non fisiche, di non sostare nell’anticamera dell’ignoranza dovuta alle credenze che ci hanno inculcato, dicerie ecclesiastiche e non, che hanno stravolto la nostra mente. Esorto i lettori ad intraprendere un percorso di rieducazione della mente per cominciare, tutti noi, a prenderci le nostre responsabilità quali risorse umane ed agire di conseguenza, iniziando a cercare il nostro profondo Io, come anima di fede sì, ma innanzitutto di grande spirito. Questo è ciò che ci farà rivedere la luce “LUX” che, ricordiamo, è la parola riportata nella creazione biblica: ”ET LUX FUIT” e luce fu.


Grazie Maestro per la sua disponibilità e per il suo lavoro.


Grazie a voi per la preziosa attività di divulgazione che svolgete.


“Nàràyana paràh sarve na kutascana bibhyati”

“L’anima che ha realizzato Dio è libera dalla paura”

dagli insegnamenti Veda (tratto da “Ed io rinascerò”)



Luigi Centra nato a Carpineto Romano, vive a Veroli (Frosinone). Già in giovane età inizia a viaggiare e a dipingere qualunque soggetto, in Germania, Francia, Baviera, Yemen, Libia. Espone le sue opere in tutto il mondo facendosi stimare anche come restauratore di chiese e palazzi di antica nobiltà. Ha redatto numerosi volumi di vario genere: storia, narrativa e poesia. In qualità di protagonista ha interpretato in campo amatoriale vari film su soggetti suggeriti da Nino Manfredi. Ritroviamo le sue opere nelle importanti enciclopedie e dizionari in diverse paesi del mondo, nei musei e nelle gallerie di alto prestigio dove vantano la positiva critica di esperti noti tra i quali Vittorio Sgarbi. E' pluriaccademico internazionale di grado superiore riscuotendo consensi e riconoscimenti ovunque nel mondo. La sua arte fa sì che i colori utilizzati raggiungano le parti insondate dell’anima donando vibrazioni di armonia. Tra i molteplici premi ricevuti vi sono ilGran Trofeo “New-York” U.S.A., la Pergamena for “Painting Art” Columbian Academy S.Louis-Missoury-U.S.A, ilT rofeo “Columbian” –U.S.A., il Premio Internazionale Europa “Parigi 1998”.Gli è stato assegnato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri di Roma il premo della cultura per la sua opera "Castelli di Ciociaria tra storia e leggenda".

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